Partendo dalle testimonianze degli anziani in un paese del centro Sardegna, il libro affronta un profondo discorso sul sacro e relativi riti, usi e consuetudini, in modo diacronico e sincronico, disaminando fonti e realtà lontane nel passato e comparando diverse culture dell´Europa e del mondo.
Il lavoro di ricerca viene fatto a partire dal culto, le feste, le tradizioni, il ballo, gli strumenti musicali, determinati simboli locali appartenenti a un microcosmo che, pur essendo al centro di un'isola del Mediterraneo, raccontano le stesse manifestazioni sacre dell'Europa e del mondo, conferendo loro un carattere universale.
Il libro continua restituendo al sacro ciò che gli è proprio e affronta un problema che ha attanagliato per secoli la filosofia e l'antropologia occidentale, così come la storia delle religioni, quello dell'immortalità dell'anima, tema mal interpretato e strapazzato per secoli.
La chiave alla base di questa analisi è il sincretismo e le varie stratificazioni culturali che si sono succedute nei secoli, in Sardegna e nel resto del mondo.
Il libro si conclude con il processo di ricostruzione e la comparazione tra passato e presente e spiega quali passaggi e transizioni sono intervenuti a modificare la struttura del sacro, dei culti, delle feste, delle tradizioni, dei riti, dei costumi, del ballo, del carnevale e delle consuetudini in genere, aprendo uno spiraglio alla loro riappropriazione da parte del popolo.