In Nassara e la guerra dei poveri Gianni Andrea Deligia racconta i nove anni che trascorre in Ciad, dal 1975 al 1983.
Spinto dalla curiosità verso terre e culture lontane, giunge in Ciad all´età di 25 anni e viene subito travolto dagli eventi. Diventa capo redattore di Tchad et Culture, l´unica rivista del Paese, scritta in francese. A quei tempi la maggioranza dei ciadiani era analfabeta e conoscere quello che succedeva nelle diverse regioni del Paese non era facile. Il calcio era uno dei pochi elementi capaci di unire le diverse popolazioni, dal deserto del Nord-est alla relativamente fertile savana del Sud. Unico giocatore bianco del campionato nazionale di calcio, Gianni diventa famoso come Nassara, ´l´uomo bianco´.
In questo racconto autobiografico, l'autore si incontra e si scontra con una realtà molto diversa da quella Europea, che lo affascina stregandolo con le tante contraddizioni. Nel 1977 si trova a lavorare per l´ONU e per il Governo del Ciad, per far sì che i ciadiani potessero scrivere la propria Storia. Nel ´79 la guerra civile, che da anni distrugge il poco che funziona nel Nord-est, raggiunge la capitale.
Gianni intreccia la storia della sua giovinezza alla storia di questo Paese. Qui si innamora, si sposa, crea la sua famiglia, fa carriera e decide di restare anche durante la guerra, lottando come funzionario dell´ONU al fianco delle donne e dei bambini del Ciad.
Nell´Ottocento, gli europei si spartirono l´Africa attorno a un tavolo a Berlino, armati di matita e righello, senza immaginare le conseguenze di questo atto violento e arrogante.
I fatti che fanno da cornice - ma sono allo stesso tempo protagonisti di quella che può essere considerata la prima tappa dell´autobiografia di Gianni Andrea Deligia - sono una conseguenza di quell´atto. Nel 1975 il Ciad era indipendente da appena 15 anni, ma solo sulla carta.
Le popolazioni di questa terra erano povere e analfabete, e la loro politica era guidata dai francesi. Questi ultimi, lasciando il Paese, avevano trasmesso il potere alle genti del Sud, popolazioni animiste convertite al cristianesimo e impiegate nella lavorazione del cotone. Le genti del Nord-est, allevatori nomadi musulmani la cui cultura è stata forgiata dalla dura vita nel deserto, furono escluse. La fame e la siccità inaspriranno il conflitto - che era sempre esistito - dando inizio a una serie di sommosse che sfoceranno in un colpo di Stato e in una guerra civile.