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"Raccontami ancora quell´ultima estate" su sololibri.net

  •  25 freàrgiu 2025 | Rassigna de imprenta | Sololibri.net
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RECENSIONI DI LIBRI

Raccontami ancora quell’ultima estate di Filippo Pace

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Condaghes, 2022 - La storia di un giovane professore di Lettere, Fabio Spersi, al suo primo incarico in una scuola di periferia, situata nell’isoletta di Alisenia, e dei suoi alunni di quinta, ansiosi per l’esame e spaventati dall’idea di entrare nel mondo degli adulti.Con Raccontami ancora quell’ultima estate di Filippo Pace (Condaghes, 2022), se si va oltre un titolo forse troppo lungo e una copertina - a mio parere - tutt’altro che accattivante, ci si imbatte in un libro di rara profondità che preferisce al banale, all’ovvio e all’esplicito, tanto di moda oggi, l’implicito, l’allusione e la prosa elegante.

Raccontami ancora quell’ultima estate mette in scena un giovane professore di Lettere, Fabio Spersi, al suo primo incarico in una scuola di periferia, situata nell’isoletta di Alisenia. Questi rimane frastornato dalla burocrazia e impreparato di fronte alle inquietudini dei suoi alunni di quinta, ansiosi per l’esame che verrà, ma, allo stesso tempo, spaventati dall’idea di entrare nel mondo degli adulti.Il libro tocca problemi concreti (lo stato di abbandono della Scuola Pubblica, i problemi economici e sociali di alcuni studenti, le ansie degli adolescenti, le morti sul lavoro) ma questi diventano solo il punto di partenza per una ricerca di senso che ha nella claustrofobica geografia del luogo (la scuola stessa, l’ospedale, i vicoli di Alisenia, il teatro, l’isola tutta) una chiave di lettura significativa. I personaggi sono posseduti da desideri che li spingono a correre e a cercare qualche cosa che non arriva mai e forse la vita, in questo romanzo, sembra proprio rischiare di diventare una grande occasione mancata. L’estate del titolo, infatti, simbolo di vita e pienezza, non viene mai raccontata, ma è solo una nostalgia legata al passato o un sogno associato al futuro. Il presente delude e persino l’innamoramento non sembra che un modo per consolarsi e dimenticare la morte, altro tema centrale del romanzo, anche se rappresentato sempre o quasi in maniera simbolica o metaforica.Il professore e i personaggi si perdono e l’atmosfera è crepuscolare e malinconica, sebbene non manchino stilettate satiriche e ironiche alla vacuità delle apparenze e all’assurdità della burocrazia.

La prosa, di chiaro nitore letterario, suggerisce, evoca, allude e spesso sa emozionare quando racconta dello studente Angelo, che crede di aver rapito dalla realtà Sybil e di averla portata nei suoi sogni, oppure quando rappresenta le sensazioni e le nostalgie del giovane professore. Un libro che è anche una dichiarazione d’amore alla letteratura e che segue strade lontanissime dalle convenzioni del mercato, e lo fa con un coraggio e una sincerità che meritano rispetto. E per questo che si auspica, quando ci si trova di fronte un’opera del genere, che sia la critica a riprendersi il ruolo che le spetterebbe per restituire al pubblico un romanzo visionario e poetico come questo e per salvarlo dall’oblio.
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