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"L´ultima vestizione" di Bruno Rombi su Thriller Nord

  •  29 trìulas 2019 | Rassigna de imprenta | Thriller Nord
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Recensione di Elsa Flacco

Affrontando la lettura del romanzo senza conoscerne l’autore, sono rimasta colpita dall’atmosfera strana che si respira fin dalle prime pagine. L’ambientazione in una Sardegna senza tempo, in contrasto con i riferimenti a un delitto vero e noto, rimasto irrisolto, conferisce alla narrazione un andamento quasi sognante.

La protagonista Angela Spegu, dalla professione bizzarra quanto inquietante di “vestitrice di defunti”,pur non descritta affatto nella sua fisicità e senza mai prendere la parola, assume da subito la statura di protagonista, identificandosi con alcuni princìpi forti, arcaici come la sua figura: l’amore materno, il senso profondo di giustizia e di verità, la caparbietà e la tenacia di chi non conosce alternativa alla coerenza.

Sola contro tutti, affronterà le forze del male coalizzate contro di lei, nel duplice aspetto di un’umanità perversa e una dimensione ultraterrena in bilico tra religione e magia.

Una distinzione, questa tra religione e mito, tra cristianesimo ed esoterismo, che in una cultura primigenia e atavica come quella che Rombi assegna alla sua Sardegna, tende a sfumare nell’impalpabile, tanto che il lettore è indotto a scivolare impercettibilmente dalla dimensione terrena di una storia che è quasi cronaca nera, a un mondo di forze incontrollabili e distruttive, che rimandano alle credenze nel potere demoniaco che la nostra mentalità laica e pragmatica respinge senza riserve.

Ed è proprio questa l’ambiguità che disorienta, a un certo punto indispone e infine si impone sul lettore, costretto ad accettare l’intrusione del soprannaturale in una vicenda partita come una squallida storia di perversione sessuale e di sfruttamento dell’ingenuità di un’adolescente troppo cresciuta.

Il riferimento alla triste vicenda di Gisella Orrù, uccisa nel 1989 con modalità simili a quelle del delitto al centro della trama del nostro racconto, inganna chi si accinge a leggere, convinto di affrontare un viaggio nei meandri oscuri della psiche in una società attaccata alle proprie tradizioni e radici culturali, avvolte in un’aura di mistero intrigante e affascinante per i non sardi.

Senza voler raccontare troppo, a un certo punto della vicenda ci si trova catapultati in un mondo “altro” che non si era messo nel conto. Anche lo spaesamento, lo si comprende alla fine, fa parte del gioco narrativo.

Lo stile è in perfetto accordo con l’alone di soffusa liricità che pervade le pagine. L’autore è poeta, oltre che narratore e saggista, e tale propensione si avverte nello scorrere fluido delle pagine, nella totale assenza di dialoghi, proprio per non turbare l’andamento morbido e ondeggiante dei capoversi e dei capitoli, nella cronologia volutamente approssimativa, nelle espressioni ripetute come un mantra (“la bella Donatella” che per diverse pagine diventa martellamento ossessivo), nell’atmosfera onirica che pervade la successione degli eventi: questi espedienti formali concorrono a rafforzare l’impressione che non di un vero e proprio romanzo si tratti, bensì di un’evocazione lirica, di un viaggio nella memoria, che per sua natura comprime avvenimenti di anni in una manciata di pagine.

Eccolo, il segreto di questo libro: penetrarne la natura più autentica, è la sfida. Un viaggio nel mito e nelle credenze di una società arcaica e brutale, che riesce ad essere tenera e forte, tenace e appassionata come la vestitrice Angela Spegu.

Bruno Rombi


Bruno Rombi, nato a Calasetta (Cagliari), da circa quarant’anni vive a Genova dove svolge intensa attività artistica. Poeta, scrittore, critico letterario, pubblicista, nonché pittore, ha curato per anni il supplemento letterario “Letture d’Oggi” del quotidiano genovese “II Lavoro”. Collaboratore di quotidiani e periodici, è autore di una ventina di volumi poesia, prosa e saggistica. Ha pubblicato inoltre in volumi, riviste, o negli atti di convegni di studio, saggi su Elio Andriuoli, Salvatore Cambosu, E. De Amicis, Grazia Deledda, Giovanni Descalzo, Giuseppe Dessi, Francesco Masala, Vittorio Messori, Eugenio Montale, Enrico Morovich, Angelo Mundula, Mano Novaro, Carlo Pastorino, Antonio Puddu, Italo Rossi, Salvatore Satta, Sebastiano Satta, Ignazio Silone, Giuseppe Tornasi di Lampedusa, e su diversi scrittori stranieri (Bakevski, Damian, Friggieri, Vishinski, ecc.) Ha partecipato a convegni letterari in Francia, Belgio, Svizzera, Jugoslavia, Russia, Polonia, Malta, Macedonia e Romania e pubblicato suoi scritti in latino, francese, inglese, spagnolo, polacco, maltese, rumeno, macedone, sloveno, catalano, corso, portoghese e urdù.